Storia della Statua - i Cavalieri della Carità

Vai ai contenuti

Menu principale:

Storia della Statua

MARIA MADRE DELLA CARITA'

        LA STORIA DELLA STATUA DI MARIA SS.ma MADRE DELLA CARITÀ

Sin dall'inizio della fondazione, P. Stanislao decide di porre la Comunità dei Cavalieri sotto la protezione di Maria SS.ma invocata come "Madre di Dio e Madre nostra", che egli dà loro come Patrona. La sua costante preoccupazione nel corso di quasi otto anni per trovare o far realizzare una statua della "Madre di Dio e Madre nostra", come egli la concepisce, non trova sbocco.

Nel 1974 le Suore polacche Albertine, che a Roma hanno una casa per anziani, chiedono a P. Stanislao il favore di trovare loro una statua della Madonna per collocarla nel loro piccolo giardino dove gli anziani si godono l'aria fresca ed il sole. Volendo accontentare questo pio desiderio, P. Stanislao, mentre visita altre Comunità religiose a Roma, domanda sempre se, per caso, abbiano una statua da regalare alle Suore Albertine.

Nel gennaio del 1975, P. Stanislao, su indicazione di un Trappista dell'Abbazia delle Tre Fontane, Fra' Gerardo Iacopini, con un Cavaliere va a trovare Suor Paola Morazzetti, allora Superiora dell'Istituto scolastico "Sant'Anna" a Roma. Suor Paola risponde di non avere una statua della Madonna in marmo o in pietra da regalare, ma le dispiace che essi se ne vadano delusi a mani vuote e offre loro una statua della Madonna che ritiene essere di gesso ed il cui viso è molto bello e dolce; la statua giace abbandonata e dimenticata in uno sgabuzzino, dopo essere stata per anni nella cucina della scuola per proteggere il lavoro delle suore, per cui è ricoperta dalla patina grassa del vapore che sale dalle pentole. Dapprima P. Stanislao rifiuta di accettarla, perché non è una statua da tenere all'aria aperta; ma Suor Paola insiste perché la prenda. Finalmente P. Stanislao si lascia convincere ed, assieme al Cavaliere che l'accompagna, la prende con sé col proposito di conservarla per la Comunità. In casa, nel pulirla, i Cavalieri scoprono che quella statua non è di gesso, ma di legno. La statua viene collocata nel piccolo salone della loro abitazione di Via del Casaletto a Roma.
Dopo tre o quattro giorni, P. Stanislao, una sera, passando a fianco della statua, le rivolge interiormente questa preghiera, come egli stesso confiderà in seguito: "Madonna, sei tanto bella. Fa' la tua prima grazia e porta qui anche il tuo marito!". L'indomani, senza che nessuno glielo avesse chiesto né lasciato minimamente intendere, Suor Paola Morazzetti telefona ai Cavalieri della Carità e dice loro: "Volete una bella statua in legno di S. Giuseppe"!
Durante il primo restauro della statua della Madonna, si scopre che questa statua è del 1800 e che proviene da una importante scuola romana di scultura. Poco tempo dopo, altre religiose regalano a P. Stanislao una bella statua in marmo della Madonna per le Suore Albertine che, finalmente, la mettono nel loro giardino perché protegga gli anziani da loro ospitati.
Quella che diventerà la statua della Madre della Carità, dopo i lavori di restauro, ispira ancor di più la devozione e l'amore filiale verso Maria SS.ma e le molte persone che pregano dinanzi a lei spesso vengono esaudite, con sorpresa e gioia grande di P. Stanislao e dei Cavalieri della Carità.

Nell'ottobre 1975 P. Stanislao invita a benedire la statua l'Arcivescovo Mons. Vittore Ugo Righi, Nunzio Apostolico con incarichi speciali; egli era stato segretario del futuro Papa Giovanni XXIII quando era a Istanbul (Turchia) in qualità di Delegato Apostolico. Nel momento in cui si tratta di scegliere il suo titolo, P. Stanislao, invece di indicare quello di "Madre di Dio e Madre nostra" come tutti pensano, risponde: "Madre della Carità"! Tanto più che la statua era stata trovata proprio nel fare un gesto di carità fraterna. Prima d'allora, P. Stanislao non aveva mai accennato all'invocazione di "Madre della Carità".

Il 26 ottobre 1975 si svolge la cerimonia solenne e molto partecipata della benedizione della statua sotto questo titolo; è officiata da Mons. Righi nella grande chiesa delle Suore di S. Giuseppe in Via del Casaletto. Da quel momento Maria SS.ma Madre della Carità diventa la Patrona dei Cavalieri della Carità. È il punto d'arrivo visibile del percorso mariano della Comunità. Più tardi alla statua della Madonna verrà aggiunto un diadema risplendente, sempre su indicazione di P. Stanislao.
L'emergere di questa statua dal buio e dalla dimenticanza, l'appianarsi di tutte le difficoltà sorte per il suo restauro, le facilitazioni concesse per lo svolgimento della cerimonia di benedizione e soprattutto le numerose suppliche esaudite, tutto stava ad indicare che la Madonna desiderava essere conosciuta ed onorata quale Madre della Carità.
Si comprende che questo misterioso disegno viene a confermarsi, con sempre maggiore forza ed evidenza, se si guarda all'abbondante effusione di grazie concesse dalla Madre della Carità. Moltissime persone che hanno elevato le loro suppliche ai piedi di questa soave Madre sono state esaudite. Ecco perché gli ex-voto, offerti da persone riconoscenti, divengono sempre più numerosi intorno a lei: essi sono un inno di ringraziamento e di lode in onore della Madre della Carità.

Pregando dinanzi a questa statua, P. Stanislao ha attinto questa intima convinzione: "La Madre della Carità vuole concedere tante grazie a coloro che la invocheranno sotto questo suo titolo".

 
Torna ai contenuti | Torna al menu