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LA FEDELTÀ AL FONDATORE CHIESTA DALLA CHIESA
PER IL BENE DELLA CHIESA DELLA COMUNITA' STESSA E DELLE ANIME
I Cavalieri, fedeli alla parola data a Dio:
"Lo Statuto dei Cavalieri della Carità regola tutta la vita del Cavaliere in modo tale che egli sappia in ogni momento e in ogni luogo ciò che deve fare per vivere conformemente alla sua vocazione. Vivendo secondo questo Statuto, imparerete ad amare come Cristo ha amato suo padre e ha amato noi. Ma se per disgrazia doveste abbandonare lo spirito dell'Istituto per non aver osservato le norme nelle quali questo spirito s'incarna, diventerete allora come un corpo separato dal suo spirito, cioè un cadavere" (St.1 e 2, Concl.).
Fedeltà richiesta dalla Chiesa:
"Gli Istituti religiosi sono in vigore e fioriscono, finché nella loro disciplina, nelle loro opere e nei costumi di vita dei loro membri, si riflette integralmente l'animo del loro Fondatore" (Paolo VI, disc. Magno Gaudio, Insegnamenti di Paolo VI, vol II, p. 349).
Un carisma d'ampiezza universale:
"La lezione di vita che P. Stanislao ci ha lasciato va ben al di là dell'ambito della Comunità da lui fondata e costituisce un prezioso dono offerto a tutti quanti - laici, religiosi e religiose, sacerdoti - vogliono percorrere la via della Carità. L'eredità spirituale di P. Stanislao ha una ampiezza veramente ecclesiale e si rivolge anche agli uomini di buona volontà" (Test. 1998.05.01).