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LA FORMAZIONE, FIORE ALL'OCCHIELLO
Lo scopo formativo di P. Stanislao:
"Tutto dipende dalla formazione. Ho una formazione molto buona e ve l'ho data" (P 1984.05.12; 00018F*543). "Vi preparo per la vita futura che sarà molto difficile" ( P 1986.11.16; 00018F*778). "Il mio unico fine è di dare alla Chiesa dei sacerdoti che siano ben formati e preparati sotto ogni aspetto" (Let. 1982.,11.11).
Il traguardo della formazione : Il Testamento Spirituale:
La formazione ha come traguardo il far sì che ogni Cavaliere realizzi, sia nella sua vita personale sia nel suo apporto alla Comunità, il fine specifico dell'Istituto: "vivere intensamente e diffondere senza tregua la Carità di Cristo sino alla continua immolazione di se stessi, così come il Testamento Spirituale lo descrive" (St 2, art. 4).
Criterio fondamentale : la qualità, non la quantità:
"E' meglio che l'Istituto dei Cavalieri rimanga piccolo, ma che sia composto di santi e di apostoli. La qualità dei soggetti e non la quantità deve essere il criterio che guida sempre i Superiori competenti nell'accettare e selezionare i candidati" (St 2, art. 67).
Spirito della formazione:
"Il candidato che desidera diventare Cavaliere della Carità deve essere formato solidamente. Sotto la direzione del Cavaliere Maestro deve spogliarsi totalmente del suo modo di vivere che aveva nel mondo e impregnarsi profondamente dello spirito dei Cavalieri della Carità acquistando e sviluppando le virtù sovrannaturali ed umane di cui le principali sono descritte nel presente Statuto. Non è l'Istituto che deve adattarsi a ciascun candidato ma il candidato che deve adattarsi all'Istituto imparando lo spirito e il modo di vivere dei Cavalieri della Carità" (St 2, art. 74).
La santità nella carità, vocazione primaria;
"Per seguire l'esempio dei primi discepoli di Cristo che si misero al suo seguito abbandonando tutto e prendendo la loro croce al fine di divenire perfetti come il Padre celeste è perfetto (cfr. Mt. 5, 48), che il Cavaliere sia fermamente convinto che la sua vocazione primaria e principale nell'Istituto è di essere perfetto, di essere santo nella carità e per mezzo della carità; che questo motivo sia l'unico motivo che l'abbia incitato a divenire Cavaliere della Carità. E come Cristo ha scelto i suoi dodici Apostoli tra i suoi discepoli (cfr. Lc. 6, 12-13), così spetta ai Superiori competenti dell'Istituto designare i candidati agli Ordini Sacri" (St 2, art. 82).
La linea direttrice della formazione: crescere in Cristo mediante la carità:
"La Carità sia la radice e la fonte della vostra vita spirituale e della vostra esistenza, giacché solamente per mezzo di essa crescerete nel Cristo" (T. Spir. 3). La carità viene vissuta come risposta all'amore personale di Cristo. Il grado di carità viene dimostrato della capacità di sacrificio.
I due ambiti della formazione: comunitario e personale:
La formazione viene fatta in due ambiti: una parte viene svolta in gruppo affinché tutti si impregnino dello spirito dell'Istituto; un'altra parte prende in considerazione la persona stessa e questo aspetto della formazione è molto dettagliato per andare in fondo nella conoscenza di ogni singolo individuo così da aiutarlo in modo efficace: "Ogni persona è diversa" (P 1982.08.23; 00018F*496); "La santificazione è una cosa personale" (P 1975.05.18 ; 00017F*300). "P. Stanislao ci ha formati in un modo personalizzato. Prendeva in considerazione i difetti da correggere e le doti da sviluppare di ciascuno di noi e l'incarico che ci era stato affidato. Perciò seppe formarci rispettando la personalità di ciascuno di noi. Egli aveva un concetto molto alto della persona, per cui il suo impegno formativo era finalizzato ad aiutare la persona a dare il meglio di se stessa ... Questa formazione personalizzata s'integrava in modo equilibrato nel contesto più ampio della formazione comunitaria che egli ci dava collettivamente. Perciò la formazione che P. Stanislao ci diede si caratterizzava per il suo equilibrio tra l'adattarsi alle singole persone ed il dare uno spirito unitario alla Comunità" (Test. 1998.05.01).
La formazione umana: uomo maturo e completo
La formazione umana è volta a far diventare il candidato un uomo completo e maturo. La completezza umana si ottiene principalmente coll'acquistare e saper coniugare le virtù che sono contrarie tra loro (per esempio la perseveranza nel portare avanti un progetto e l'elasticità mentale nell'adattarsi alle nuove situazioni). La maturità umana si consegue con l'oblatività della carità. I tre principali mezzi di formazione umana sono:
a) "il perfezionamento del proprio carattere" per una armoniosa convivenza in comunità (St 1, art. 160 ; St 2, art. 71) ;
b) l'essere autosufficiente nei lavori manuali della vita quotidiana della comunità: "Ciascun Cavaliere deve saper fare tutte le cose necessarie" (P 1973.09.30 ; 00016F*353) ;
c) l'adempimento cosciensiozo dei propri obblighi giacché "chi è metodico e responsabile nelle cose materiali, lo sarà anche nelle cose spirituali" (St 1, art. 24).
Impregnato di spirito contemplativo mediante l'imitazione della pietà del Cristo: formazione spirituale:
"La vita di preghiera del Cavaliere della Carità, sull'esempio di quella di Cristo, deve essere filiale, umile, virile, fervente e perseverante" (St 2, art. 45). "Più il Cavaliere amerà e si consacrerà alla preghiera, più sarà consumato dal fuoco dell'amore divino e più sarà divorato da un santo zelo di condurre gli uomini a Dio" (St 2, art. 52).
Competente e pragmatico grazie ad una solida formazione intellettuale:
"I Cavalieri della Carità che sono designati a divenire sacerdoti, devono acquisire una solida preparazione intellettuale al fine di far fronte alle esigenze del loro apostolato. A questo scopo studieranno presso una Facoltà di Teologia e dovranno ottenere dei titoli accademici. Inoltre, a tempo opportuno, studieranno la Teologia Spirituale" (St 2, art. 79).
"Al fine di guidare in modo sicuro le persone, il Cavaliere deve essere molto realista, molto prudente, comprensivo e fermo. Deve possedere allo stesso tempo una preparazione solida e sicura dello sviluppo della vita cristiana e una profonda conoscenza dell'animo umano. Infine, essendo cosciente di essere solo uno strumento vivente nelle mani di Dio, deve rivolgersi incessantemente a Lui perchè lo illumini affinché possa realizzare il suo apostolato ed ottenere le grazie per renderlo fruttuoso" (St 2, art. 58).
Imparando l'arte di trattare con le persone, appropriandosi l'esperienza trasmessa dai Padri, acquistando ardore missionario: formazione pastorale:
a) "La nostra vocazione non è di essere degli eruditi, ma di saper trattare le persone, confortarle nelle loro difficoltà e mai lasciarle senza una parola d'incoraggiamento, dimostrare loro che abbiamo veramente a cuore ed in modo disinteressato le loro persone, il loro bene, la loro situazione" (P 1987.03.31; 00018F*950). "Per mezzo della sua vita esemplare, la sua semplicità e la sua gioia abituale, il suo carattere affabile e buono, il Cavaliere deve attirare la gente e metterla a suo agio. Il Cavaliere deve avere un cuore di padre e di madre, e dimostrare alle persone, con la sua comunicativa, la sua disponibilità, il suo spirito di sacrificio, il suo grande senso di responsabilità e la sua pazienza, che ama loro sinceramente e in maniera disinteressata, altrimenti è impossibile conquistare il cuore delle persone e far loro del bene" (St 2, art 57).
b) "P. Stanislao ci ha anche trasmesso la sua grande esperienza pastorale a riguardo, parlandoci di casi da lui affrontati ed in che modo li aveva aiutati" (Test. 1998.05.01). Seguendo quest'esempio del loro Fondatore, i Padri: 1° trasmettono ai giovani formandi la loro esperienza pastorale così che questi siano in grado di risolvere nel modo giusto qualsiasi caso con cui si confronteranno nel loro futuro ministero ed apostolato; 2° le spronano, le guidano dall'inizio nei loro contatti per imparare loro a fare del bene alle persone.
c) Acquistare l'ardore e l'impegno missionario nel diffondere la carità di Cristo: "Non immaginatevi la vita del sacerdote come prima … Il sacerdote dovrà essere davvero un missionario" (P 1976.08.14 ; 00018F*206) ; "Il sacerdote deve essere un missionario, un lottatore" (P 1987.04.04 ; 00018F*957).
Fedele alla Chiesa: formazione ecclesiale:
"Tutti i Cavalieri della Carità devono interessarsi in modo speciale alla vita della Chiesa ed acquisire una seria conoscenza dei Padri e dei Dottori della Chiesa come pure dei documenti dei Sommi Pontefici e dei Concili. Devono inoltre opporsi e respingere qualsiasi teoria o dottrina contraria all'insegnamento della Sacra Scrittura, della Tradizione e del Magistero della Chiesa" (St 2, art. 59).
Formandosi lungo tutta la vita: formazione permanente:
"I Cavalieri della Carità, siano sacerdoti o no, devono costantemente perfezionare lungo la loro vita la loro formazione dottrinale e spirituale con lo studio personale, giacché la conoscenza e la contemplazione delle realtà soprannaturali illumina ed infiamma la Carità" (St 1, art. 176).
"Con l'aiuto del suo direttore spirituale e fino all'ultimo momento della sua vita, il Cavaliere della Carità deve costantemente lavorare su se stesso e superarsi in tutto" (St 1, art. 168). "Dobbiamo sempre lottare contro la nostra natura, per collaborare con la grazia, fino a quando siamo vecchi" ( P 1979.06.29 ; 00018F*442).