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Come tutti gli inizi è stato estremamente faticoso arrivare ad avere le prime stanze sul terreno messo a disposizione della Comunità dalla Diocesi. Si è cercato di fare una costruzione molto semplice coniugando le poche risorse disponibili con i criteri ed il modo di costruire dei togolesi, il clima e le necessità della Comunità.
Risultato: E' funzionale, povera ma signorile d'aspetto, i pavimenti sono di cemento, il portico è fondamentale per non ritrovarsi l'acqua all'interno delle stanze durante i violenti temporale. Ovviamente non ci sono condizionatori d'aria, né acqua calda.
Le doppie zanzariere non bastano a scoraggiare gli insetti a penetrare nelle stanze. Non si possono lasciare le porte aperte per via degli scorpioni e dei serpenti. Bisogna essere sempre in guardia.
Il bianco ed il rosso unisce la comunità del Togo a quella di Roma nonostante i miglia di kilometri che le separano.
Sono stati realizzati due stanzoni, uno per dormitoro ed uno come refettorio. L'uno e l'altro servono come sale per riunioni durante i stage o per raduni con la popolazione locale.
Per il momento e forse per i prossimi anni non si può e non si potrà fare di più e di meglio. Sarà già di per se molto difficile portare avanti il progetto. Se la Divina Provvidenza vorrà si farà qualcosa di più.
Jonathan con gli aspiranti Cavalieri in Togo
Interno casa (Tabernacolo e Cappella)